Ho letto questo thriller psicologico, me ne sono innamorata e mi sono ritrovata a Numeesville, un piccolo paese di montagna del Canada.
Nonostante non sia reale, è talmente descritto bene da diventarlo: i colori, la vegetazione, la fauna, ogni cosa fa sognare.
Parliamo proprio di questo paese, protagonista assoluto insieme ai suoi abitanti, per la durata di tutto il romanzo. È piccolo, ma confortevole, tanto silenzioso quanto affascinante e misterioso, e conserva con cura i segreti delle persone del luogo.
Una piccola città dove tutti si conoscono e tutti sanno, anche se la maggior parte tace, nascondendo i propri scheletri nell’armadio.
Sophie, dopo dieci anni dalla morte di una delle due sue migliori amiche, torna ad abitare a Numeesville, per scappare dal suo presente ingombrante, come quello di avere accanto un marito avvocato di cui è succube.
Giorno dopo giorno, rivive il passato, apparentemente uguale a come lo ha lasciato, anche se pian piano si accorge di quanti misteri siano legati alla morte di Beth. Inizierà quindi a indagare, e, con la sua mente perspicace da giornalista, riuscirà a far venire a galla molti segreti. Ma Sophie sarà pronta a scoprirli? Quali rischi correrà a risvegliare un paese solo all’apparenza dormiente?
I personaggi che ruotano intorno a lei sono tanti e la maestria delle due autrici è quella di spostare il focus del narratore in terza persona da una scena all’altra. I cambi sono veloci e dettagliati, come quelli di un film: ci sono stacchi rapidi, altri sfumati, altri netti.
Oltre ai capitoli normali, come dicevo scritti in terza persona, ogni tanto ci sono alcuni capitoli in prima persona, con forma diversa. Sono i pensieri di Beth, la ragazza che ormai non c’è più, ma che, col suo tocco leggero, fa sentire la sua presenza a Sophie: anche solo una folata di vento può convincerci che le persone amate siano intorno a noi. Sono molto dolci queste parti extra.
Sophie, Claire e Beth infatti erano chiamate le tre “Numees”, che significa “sorelle”, talmente era forte il loro legame. Si sono sempre prese cura l’una dell’altra e, proprio in nome di quest’amicizia, Sophie non vuole arrendersi, ma continuare a cercare di capire per quale motivo il caso sia stato archiviato come suicidio, quando in realtà molti indizi fanno credere il contrario.
Ogni abitante ha un ruolo preciso e un carattere ben definito, da Chris, il sergente, a Jack, il veterinario, a Ethan il giornalista, Josh proprietario del pub di sua madre, al papà di Claire, Albert, quello di Beth, Zach, e tanti altri. Leggendo il libro sembra di essere lì con tutti loro, grazie alle descrizioni attente delle autrici, ma soprattutto nessuno di loro è lì per caso: sono tutti importanti e necessari per lo sviluppo della storia.
All’inizio del libro c’è anche un sommario, molto utile per i lettori meno attenti, con tutti i nomi dei personaggi presenti nel libro, con una piccola descrizione.
La sensazione che si prova, leggendo, è quella di ansia e sensazione di essere osservata.
Fin dalle prime pagine si capisce subito che ci si trova in presenza della
“quiete prima della tempesta” e, riga dopo riga, ci si immerge nella storia fino all’ultima pagina trattenendo il fiato.
La trama mi è piaciuta molto, perché non mancano colpi di scena, imprevisti, emozioni e arrabbiature.
Promuovo a pieni voti questo romanzo e sfido chiunque, a leggerlo, senza rimanerne rapiti!